sabato 18 aprile 2009

il poeta e il potere

Stello è un libro poco noto di Alfred de Vigny, poeta romantico francese (ricordate?! LUI). I protagonisti sono Stello, poeta, visionario, idealista e emotivo, e il suo medico, il Dottor Nero, ottimo dottore, razionale e compassato. Metafore dell'animo del poeta, non si oppongono, ma si completano (se vogliamo, Stello, stella...le stelle possono splendere solo nel Nero...).
Stello è una lunga conversazione tra i due, condotta per lo più dal Dottor Nero, che attraverso tre esempi cerca di dimostare la seguente tesi: il poeta sarà sempre e comunque odiato dal potere costituito, di qualsiasi tipo esso sia.

Traduco qui 2 brani della conclusione: nel primo, si immagina la risposta di Omero a Platone, che nella Repubblica condannava i poeti perché inutili imitatori della natura; nel secondo si spiega perché Potere e Poesia sono incompatibili.


"Mio caro Platone, è vero che il povero Omero, e con lui tutti gli sfortunati immortali che lo circondano, non sono altro che imitatori della Natura; è vero che non sono intagliatori perché descrivono un letto, né medici perché raccontano una guarigione; è vero che con un manto di parole e metafore, sostenute da misura, numero e armonia, simulano la scienza che descrivono; è vero che non fanno altro che presentare agli occhi dei mortali un riflesso della vita, e che, ingannando i loro sguardi, si rivolgono alla parte dell'anima suscettibile d'illusione; ma, o divino Platone! grande è la vostra debolezza, allorché considerate la più debole questa parte della nostra anima che si emoziona e si eleva, preferendole quella che pesa e che misura. L'Immaginazione, coi suoi slanci, è tanto superiore al Giudizio, solo coi suoi oratori, quanto gli dèi dell'Olimpo rispetto ai semidei. Il più prezioso dono del cielo è il più raro - E non vedete che un secolo fa nascere tre Poeti, per una folla di logici e sofisti assennatissimi e abilissimi? L'Immaginazione ha in se stessa il Giudizio e la Memoria, senza i quali non sussisterebbe. Chi trascina gli uomini, se non l'emozione? Chi genera l'emozione, se non l'arte? E chi insegna l'arte, se non Dio in persona? Poiché il Poeta non ha maestro, e tutte le scienze si insegnano, tranne la sua. -Voi mi chiedete quali istituzioni, quali leggi, quali dottrine abbia io dato alle città? Nessuna alle nazioni, ma una eterna al mondo. - Io non appartengo ad alcuna città, ma all'universo. - La vostra dottrina, le vostre leggi, le vostre istituzioni, sono state buone per un'epoca e un popolo, e con loro sono morte; le opere dell'Arte celeste, invece, si stagliano per sempre e sempre di più via via che s'innalzano, e tutte portano gli infelici mortali alla legge eterna dell'AMORE e della PIETA' "


(Dottor Nero:) "Poiché il Potere è una scienza di convenzione secondo i tempi, e poiché ogni ordine sociale è costruito su di una menzogna più o meno ridicola, mentre le bellezze di ogni Arte non possono che derivare dalla verità più profonda, capisce che il Potere, quale che sia, trova una continua opposizione in ogni opera così concepita. Da lì i suoi sforzi eterni per reprimere o sedurre."




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I paria della società sono i poeti, gli uomini magnanimi e di cuore, gli uomini superiori e onorabili. Ogni potere li detesta, poiché vede in essi i propri giudici, che lo condannano prima dei posteri.
(Alfred de Vigny, Lettera a Brizeux)