venerdì 25 aprile 2008

fantascienza?

Ne "Il Mondo Nuovo", pubblicato nel 1935, Aldous Huxley descrive una fantascientifica civiltà futura. Leggendolo oggi, oltre a rimanere agghiacciato da certi passi, mi chiedo quanto sia ancora considerabile fantascientifica, o per quanto ancora lo sarà...


(grassetto mio)
«Arte, scienza... mi sembra che abbiate pagato un prezzo considerevole per la vostra felicità» disse il Selvaggio quando furono soli. «Non c'è altro?»
«Ma sì, certo, c'è la religione» rispose il Governatore. «C'era una volta anche qualche cosa chiamata Dio, prima della Guerra dei Nove Anni. Ma dimenticavo; voi sapete bene cos'è Dio, suppongo.» «Diamine.. .» Il Selvaggio esitò. Avrebbe voluto dire qualche cosa della solitudine, della notte, dell'altipiano che si stende pallido sotto la luna, del precipizio, della caduta nelle tenebre fonde, della morte.

«Una delle numerose cose del cielo e della terra di cui questi numerosi filosofi non hanno sognato è questa» (agitò la mano) «noi, il mondo moderno. 'Potete essere indipendenti da Dio soltanto mentre avete la giovinezza e la prosperità; l'indipendenza non può accompagnarvi sicuramente fino alla morte.' Ebbene, ecco che noi abbiamo la giovinezza e la prosperità sino alla fine. Che ne risulta? Evidentemente, che possiamo essere indipendenti da Dio. 'Il sentimento religioso ci compenserà di tutte le nostre perdite.' Ma non ci sono per noi perdite da compensare; il sentimento religioso è superfluo. Perché dovremmo andare alla ricerca di un surrogato dei desideri giovanili, dal momento che i desideri giovanili non ci fanno mai difetto? di un surrogato delle distrazioni, dal momento che continuiamo a divertirci di tutte le vecchie pazzie sino alla fine? Che bisogno abbiamo di riposo se i nostri spiriti ed i nostri corpi continuano a gioire nell'attività? o di consolazione se abbiamo il soma*? o di qualche cosa d'immutabile se c'è l'ordine sociale?»

«Dite che è colpa della civiltà. Dio non è compatibile con le macchine, con la medicina scientifica e con la felicità universale. Bisogna fare la propria scelta. La nostra civiltà deve tener questi libri (Bibbia & affini) chiusi nella cassaforte. Sono osceni.

«Nonostante tutto questo,» insistette il Selvaggio «è naturale credere in Dio quando si è soli, completamente soli di notte, e si pensa alla morte...»
«Ma la gente non è mai sola al giorno d'oggi» disse Mustafà Mond. «Noi facciamo sì che gli uomini detestino la solitudine e disponiamo la loro vita in tal modo che sia loro quasi impossibile conoscerla

«Se vi lasciate andare a pensare a Dio, non vi lascereste degradare da amabili vizi. Avreste una ragione per sopportare pazientemente le cose, per fare le cose con coraggio. L'ho visto con gli Indiani.»
«Ne sono convinto» disse Mustafà Mond. «Ma noi non siamo Indiani. Un uomo civilizzato non ha nessun bisogno di sopportare alcunché di particolarmente sgradevole. E quanto a fare le cose, Ford lo preservi dall'avere mai simile idea in testa! Tutto l'ordine sociale sarebbe sovvertito se gli uomini si mettessero a fare le cose di loro propria testa.»
«E la rinuncia allora? Se credeste in Dio, avreste una ragione di rinuncia.»
«Ma la civiltà industriale è possibile soltanto quando non ci sia rinuncia. Concedersi tutto sino ai limiti estremi dell'igiene e delle leggi economiche. Altrimenti le ruote cessano di girare.»
«Avreste una ragione di castità!» disse il Selvaggio arrossendo leggermente mentre pronunciava queste parole.
«Ma la castità vuol dire passione, vuol dire nevrastenia. E passione e nevrastenia vogliono dire instabilità. E instabilità vuol dire fine della civiltà. Non si può avere una civiltà durevole senza una buona quantità di amabili vizi.»
«Ma Dio è la ragione d'essere di tutto ciò che è nobile, bello, eroico. Se voi aveste un Dio...»
«Mio caro, giovane amico» disse Mustafà Mond «la civiltà non ha assolutamente bisogno di nobiltà e di eroismo. Queste cose sono sintomi d'insufficienza politica. In una società convenientemente organizzata come la nostra nessuno ha delle occasioni di essere nobile ed eroico... Non c'è nulla che rassomigli a un giuramento di fedeltà collettiva; siete condizionati in modo tale che non potete astenervi dal fare ciò che dovete fare. E ciò che dovete fare è, nell'insieme, così gradevole, un tal numero d'impulsi naturali sono lasciati liberi di sfogarsi, che veramente non ci sono tentazioni alle quali resistere. E se mai, per mala sorte, avvenisse in un modo o nell'altro qualche cosa di sgradevole, ebbene, c'è sempre il soma che vi permette una vacanza, lontano dai fatti reali. E c'è sempre il soma per calmare la vostra collera, per riconciliarvi coi vostri nemici, per rendervi paziente e tollerante. Nel passato non si potevano compiere queste cose che facendo grandi sforzi e dopo anni di penoso allenamento morale. Adesso si mandano giù due o tre compresse di mezzo grammo, e tutto è a posto. Tutti possono essere virtuosi, adesso. Si può portare indosso almeno la metà della propria moralità in bottiglia.
Il Cristianesimo senza lacrime, ecco che cos'è il soma.
«Ma le lacrime sono necessarie. Non vi ricordate ciò che dice Otello? 'Se dopo ogni tempesta vengono tali bonacce, allora che i venti soffino sino a che abbiano risvegliato la morte!' C'è una storia che usava raccontarci uno dei vecchi Indiani sulla Ragazza di Matsaki. I giovanotti che desideravano sposarla dovevano passare una mattina a zappare nel suo giardino. La cosa sembrava facile, ma c'erano delle mosche e delle zanzare tutte stregate. La maggior parte dei giovani non poteva assolutamente sopportare i morsi e le punture. Ma colui che ci riusciva, otteneva in premio la ragazza.»
«Graziosa! Ma nei paesi civili» disse il Governatore «si possono avere delle ragazze senza zappare per loro; e non ci sono mosche o zanzare che vi pungono. Ce ne siamo sbarazzati già da secoli.»
Il Selvaggio assentì, accigliato. «Ve ne siete sbarazzati, già è il vostro sistema. Sbarazzarsi di tutto ciò che non è gradito, invece di imparare a sopportarlo. Resta a sapere se è spiritualmente più nobile subire i colpi e le frecce dell'avversa fortuna, o prendere le armi contro un oceano di mali e opporsi ad essi sino alla fine... Ma voi non fate né l'una né l'altra cosa. Voi né sopportate né affrontate. Abolite semplicemente i colpi e le frecce. E' troppo facile.»

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* il soma è la droga perfetta, allucinogeno-calmante: in un altro passo dice che ha "tutti i pregi di Dio e dell'alcool e nessuno dei loro difetti."